Scritto inedito

L’ECONOMIST E BERLUSCONI

Vincenzo Accattatis

4 maggio 2016

Nel 2004 David Lane ha intervistato Pier Camillo Davigo che gli ha dichiarato: “Uno dei peggiori momenti della mia vita è stato quando Craxi, in parlamento, ha detto ‘cosí fan tutti’ e nessuno si è alzato per contraddirlo”1. In un articolo pubblicato successivamente su Il Ponte ho commentato: negli anni ottanta, ai tempi di Craxi, l’Italia era una latrina? Lo è ancora?

Davigo ha analizzato con precisione la corruzione italiana, ora che è presidente dell’Associazione magistrati l’analizza ancora e parla chiaro, suscita discussioni, polemiche. Ottime le discussioni, ben vengano le polemiche.

L’Associazione magistrati, anni sessanta e seguenti, è stata un’associazione vivace. I poli fondamentali di discussione sono stati Magistratura Democratica impegnata a costruire una migliore Italia democratica-egualitaria) e Magistratura indipendente (legata alla tradizione), con Impegno costituzionale al centro, in funzione di mediazione2.

Magistratura e politica, il grande tema, magistrati che parlano e magistrati che tacciono, un altro tema: meglio i magistrati che parlano e che si esprimono con chiarezza, come fa Davigo. In generale, i liberali preferiscono quelli che non parlano, che parlano “solo” con le sentenze. Davigo è un liberale che polemizza con i liberali che vorrebbero mettere ai magistrati la “mordacchia”.

La cultura dei Berlusconi, dei Craxi e dei Forlani

Corruzione diffusa in Italia. Chi può negarlo? Crescente. Cosa preoccupante. Oggi, in Italia, scrive Livio Pepino su il manifesto, siamo in presenza del “crollo dell’etica pubblica”, della “mercificazione della funzione legislativa”: “ciò investe, a pieno titolo, anche il governo in carica”3. Pepino ricorda Bettino Craxi che sfacciatamente parla di “corruttela” ampiamente diffusa nel Paese. “Craxi’s Socialist Party devoured the lion’s share of the bribes” (Nella corruzione il Partito socialista di Craxi ha fatto la parte del leone)4. Quale democrazia era quella del Caf (Craxi, Andreotti, Forlani)? La democrazia dei lupi rapaci. E qui una domanda fondamentale: può esserci una democrazia dei corrotti con parlamentari in compravendita? E un parlamento del genere può riformare la Costituzione repubblicana simbolo di una democrazia finalmente nata5?

Berlusconi e il liberalismo

L’Economist, settimanale liberale inglese diffuso in tutto il mondo, ha costantemente criticato Silvio Berlusconi non perchè è liberale, ma perchè non lo è affatto: non ha principi, è uno spregiudicato imprenditore italiano che bada solo ai propri affari. L’Economist si è posto esplicitamente questa domanda: Berlusconi si è comportato in Italia come tutti gli altri imprenditori italiani? La sua risposta è no, non tutti gli imprenditori italiani sono spregiudicati come Berlusconi. Berlusconi è uomo ardito, ha fatto parte “dell’infame loggia massonica P2”6. L’Italia è uno “strano paese” che permette che uno spregiudicato uomo del genere lo guidi. Perchè Berlusconi è sotto molteplici processi? La prima risposta di Berlusconi: perchè una parte della magistratura italiana è politicizzata e ce l’ha con me; mi incrimina, ma io sono innocente. Argomento che non convince l’Economist. Il secondo argomento sfoderato da Berlusconi, argomento di tipo craxiano: bisogna tener presente il contesto, in Italia così facevan tutti. No, replica l’Economist, così non facevan tutti: non tutti gli imprenditori italiani sono corrotti o spregiudicati al punto da corrompere i giudici. L’Economist ricorda che il presidente del Consiglio Berlusconi voleva Cesare Previti “suo” ministro della giustizia e tratta del “marchingegno” tramite il quale, con l’aiuto di Craxi, presidente del Consiglio, in violazione di legge, Berlusconi è riuscito a trasformare le sue televisioni locali in reti nazionali. Tratta inoltre, approfonditamente, del rapporto Craxi-Berlusconi, precisando le somme versate da Berlusconi a Craxi. Quindi, ovviamente, Berlusconi era “inidoneo a guidare l’Italia” e vieppiù, poi, a guidare l’Europa7.

Berlusconi in Europa

Non tratto qui di tutte le sue imprese, del suo primo discorso nel parlamento europeo... Mi occupo solo degli aspetti istituzionali, in particolare del problema della legalità, del rispetto della legge. Viene in considerazione, in primo piano, la tradizione europea della “rule of law”. Del tutto evidente: “rule of law” di stampo anglosassone e Berlusconi sono fra loro in violento conflitto. Berlusconi ha guidato i suoi governi in palese conflitto di interessi e il governo in conflitto di interesse è la peste per ogni sistema di governo liberale (ministri in conflitto di interessi sono attualmente nel governo Renzi). Perchè Berlusconi “unfit to lead Europe”? Perchè l’Unione europea, scrive l’Economist, si regge su valori fra i quali vi sono quelli dell’onestà, della probità, della correttezza negli affari. Sottoposto ripetutamente a processi penali, Berlusconi ne esce per il rotto della cuffia, per prescrizione; accetta la rescrizione, mentre dovrebbe reclamare il giudizio di merito e l’assoluzione nel merito. I “suoi” parlamentari hanno lavorato e lavorano perchè i termini di prescrizione siano sempre più brevi: “Silvio Berusconi’s government speeds bad laws and delays good ones”8. “Why is so Hard convict anybody in Italy” (Perchè è così difficile condannare qualcuno in Italia)? Perchè vi è il perverso istituto della prescrizione9. L’Economist tratta delle leggi “ad personam” fatte da un parlamento succube ai voleri del capo.

“Basta, Berlusconi"10. E’ incredibile, nonostante il suo comportamento, Berlusconi è rieletto11! “Time to say addio”12.

L’Economist ha anche trattato del sorrisetto di Nicolas Sarkozy e di Angela Merkel in conferenza stampa ripresa da tutte le televisioni del mondo: “Nella sala tutti a ridere”13. Ha trattato degli “ultimi sordidi scandali”, “including orgiastic parties”14. Berlusconi è ancora sulla scena politica.

Alcune priorità

La prima: cercare di recuperare un minimo di moralità nel nostro paese devastato dagli scandali. Un grazie all’Economist perché ci aiuta a recuperarlo. La seconda: combattere con durezza la corruzione. La terza: eliminare quanto prima possibile l’istituto perverso della prescrizione. Regola anglosassone per la corruzione: appena inquisiti gli eletti si dimettano.



Note

1 David Lane, Berlusconi’s Shadow, Penguin Books, London, 2004, p. 117 (in traduzione italiana, L’ombra del potere, Laterza, Bari, 2005).
2 Giovanni Palombarini, Giudici a sinistra, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli, 2000; La variabile indipendente, Dedalo, Bari, 2006; G. Palombarini e Gianfranco Viglietta, La costituzione e i diritti – Una storia italiana, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli, 2011.
3 L. Pepino, “Magistrati e politica, le urla e i silenzi”, il manifesto, 27.4.2016.
4 D. Lane, op. cit., p. 81.
5 L’Italia prima è stata liberal-bonapartista, poi fascista e, finalmente Repubblica. Molti sono impegnati oggi a demolire la Costituzione repubblicana.
6 “Why Silvio Berlusconi is unfit to lead Italy” ,   The Economist 28.4.2001 (titolo in tutta copertina).
7 “Silvio Berlusconi - Unfit to lead Europe”, The Economist 10.5. 2003.
8 “Legislation Italian-style”, The Economist del 3.12.2005.
9 “Justice on trial”, The Economist del 17.3.2007.
10 “Basta, Berlusconi”, The Economist del 8.4.2006.
11 “Mamma mia”, The Economist del 15.4.2008.
12 “Time to say addio”, The Economist 5.12.2009: “Silvio Berlusconi’s political career is teetering on the brink. He should go”. “Under attack from all sides”, The Economist, stesso numero.
13 “A tale of two Italians”, The Economist 29.10.2011.
13 “Slipping into darkness”, The Economist 24.9.2011.