"Il Ponte", Aprile 2006

LA CORTE SUPREMA DEGLI STATI UNITI

Vincenzo Accattatis

Negli Stati Uniti d'America la Corte suprema è l'organo regolatore dell'equilibrio dei poteri in ultima istanza. Negli ultimi tempi si è spostata - meglio, è stata spostata - sempre più a destra dai presidenti con il consenso del Senato.

In un lucido articolo Anthony Lewis ha indicato la questione più importante alla quale oggi la Corte suprema si trova di fronte: i poteri del presidente1. George W. Bush ambisce a "unchecked presidential power" (poteri incontrollati). La Corte suprema glieli concederà?

La Costituzione degli Stati Uniti vuole un governo di leggi, non di uomini. La Costituzione vuole la divisione dei poteri ("three branches: legislative, executive, judicial"). Bush vuole un potere dominante: la presidenza imperiale. Pretende che a Guantanamo si pratichi la tortura, anche se lui non la chiama tortura. L'Amministrazione Bush vuole un governo di uomini, non di leggi.

John Roberts è divenuto "Chief Justice" della Corte suprema con grande soddisfazione dei repubblicani e apparente contestazione ("a few weak mutterings") dei democratici2. Quindi Bush, come sostituto della Sandra Day O' Connor, ha designato Harriet Miers, suo avvocato personale, sollevando un diluvio di proteste anche da parte dei repubblicani3. E' stato costretto a ritirare la candidatura. Zinn ci spiega l'apparente contestazione, ma la sostanziale adesione, dei democratici in Senato:"... whether Democrats or Republicans, these are all members of the same exclusive club". In effetti, in Usa, vi sono due partiti conservatori. In Senato Roberts, nel corso delle audizioni, ha dichiarato di non essere un ideologo, di essere invece un prammatico fedele ai valori costituzionali. Ma chi è che si dice ideologo oggi negli Stati Uniti, ha chiesto Zinn, Robert Bork, Dick Cheney? Non di questo doveva occuparsi il Senato, ma delle seguenti serie questioni: degli orientamenti di Roberts in materia di poteri del presidente, di eguaglianza, di giustizia, di diritti di difesa degli imputati. Nel 2004, come giudice distrettuale, unitamente ad altri due suoi colleghi, Roberts ha deciso che i detenuti di Guantanamo non erano protetti dalla Convenzione di Ginevra. Ecco perchè è stato designato da Bush alla suprema carica giudiziaria4.

"C'è grande ipocrisia - scrive Zinn - nel venerare" la rule of law e violarla in pratica. Come la Bibbia, la Costituzione ha molteplici interpretazioni e spesso è adoperata per servire gli scopi politici del momento. Negli anni trenta, durante la crisi economica, la Corte suprema annullava sistematicamente le leggi fatte approvare dal Congresso dall'amministrazione Roosevelt. Durante la guerra del Vietnam la Corte suprema ha rifiutato di prendere posizione in favore dei cittadini che rifiutavano di andare in guerra perchè la guerra non era stata dichiarata dal Congresso, come la costituzione prevede.

La Corte suprema si è spesso trincerata dietro la "questione politica"( la Corte non può decidere questioni politiche ), solo che la questione politica è precisamente quella dichiarata tale dalla Corte suprema quando non vuole intervenire, quando non vuole porre un limite5. Ingenuo, secondo Zinn, aspettarsi progresso democratico dalle decisioni dei giudici. Il progresso democratico nasce dalla lotta dei cittadini ("rights only come alive when citizens organize, protest, demonstrate, strike, boycott, rebel, and violate the law in order to uphold justice"). I lavoratori devono organizzarsi in sindacati, devono scioperare, lottare per cambiare le leggi. Il limite delle otto ore di lavoro è una conquista che è scaturita dalle lotte. Il salario minimo, il "welfare state" sono frutto di lotte; l'abrogazione del principio "separati ma eguali" è frutto di lotte, come il diritto delle donne all'aborto. "Se il popolo americano, che in grande maggioranza difende il diritto all'aborto, lo vuole" nessuna Corte al mondo può toglierlo. Anche la lettura delle leggi è frutto di lotte. Il quattordicesimo emendamento della Costituzione è stato letto prima in un modo ("separati ma eguali") e poi in un altro modo. "I diritti dei lavoratori, delle donne, dei neri non dipendono dalle decisioni dei giudici". I giudici hanno riconosciuto diritti conquistati dal popolo. Ciò non significa che le decisioni dei giudici, i loro orientamenti non debbano essere presi in considerazione. Il potere giudiziario, dunque, è potere e deve essere trattato come potere.

Nel "Giorno di San Patrick", nel 2003, alla vigilia dell'invasione dell'Iraq, quattro "anti-war" attivisti versarono il loro sangue nei pressi dell'ufficio di reclutamento di New York e furono arrestati e imputati ma furono assolti da una giuria popolare. Davanti alla giuria Peter DeMott, un veterano della guerra del Vietnam descrisse la brutalità della guerra. Danny Burns spiegò che l'invasione dell'Iraq era stata fatta in violazione della Carta delle Nazioni Unite. Clare Grady parlò dei suoi doveri di cristiano. Teresa Grady parlò come madre, dicendo che donne e bambini erano le vere vittime delle guerra e che lei ama i bambini iracheni e non vuole che siano uccisi o mutilati. Nove dei dodici giurati li giudicarono non colpevoli ma il giudice dichiarò di essere in presenza di un'"hung jury" e cioè di una giuria incapace di decidere6. In altri termini, annullò il verdetto già chiaro.

Il sitema giudiziario degli Stati Uniti, ci dice Zinn, è un sistema orientato contro i poveri, contro la gente di colore, contro i dissidenti. Noi non dobbiamo divenire dipendenti dai giudici ("we cannot become dependent on the courts") che si dicono indipendenti, ma contare su noi stessi. La nostra cultura, i media, il sistema educativo, ci spingono a pensare che le scelte politiche fondamentali sono quelle di scegliere il giudice o il presidente degli Stati Uniti, mentre il nostro fondamentale impegno politico è quello di far crescere la democrazia ("is to bring democracy alive by organizing, protesting, engaging in acts of civil disobedience that shake up the system"). I dibattiti truccati del Senato sulla scelta dei giudici ("the mock hearings on Justice") hanno scarsa importanza. Importante è la scelta dei soldati che rifiutano di tornare in Iraq. La decisione dei familiari dei soldati di chiedere ai loro cari di tornare in patria. Non disperiamo per il fatto che la Corte suprema si sposta sempre più a destra. Mai i giudici sono stati giusti ("The courts have never been on the side of justice..."), salvo quando il popolo li ha costretti ad esserlo ("unless pushed by the people"). Secondo Zinn, queste parole poste sul frontone della Corte suprema "Equal Justice Before the Law" "have always been a sham" (sono sempre stati una vergogna). Nessuna Suprema Corte, liberale o conservatrice, fermerà la guerra in Iraq, o distribuirà meglio la ricchezza nel paese, o incrementerà il "welfare state". Questi cambiamenti possono intervenire solo per volontà dei cittadini che chiedano che le promesse della Dichiarazione di Indipendenza siano finalmente realizzate.

Dichiarazione di indipendenza e Costituzione. Continua, quindi, negli Stati Uniti il dibattito sull'orientamento conservatore della Costituzione rispetto ai valori espressi dalla Dichiarazione di Indipendenza7.

La funzione conservatrice della Corte suprema

Il dato più vistoso della Corte Roberts è che essa è iperconservatrice. Era conservatrice prima della morte di William H. Rehnquist (il precedente presidente). Ora lo è ancora di più. La Corte è iperconservatrice ed incline a dare al presidente degli Stati Uniti il potere che chiede quale comandante in capo delle forze armate. Come dire che la Corte suprema si sposta sempre più a destra. I progressisti la hanno quasi sempre contestata perchè, quasi sempre, ha svolto un ruolo conservatore. Franklin D. Roosevelt la ha criticata duramente e poi la ha piegata. La storia progressiva della Corte suprema, per verità di breve durata, è legata all'iniziativa "politica" Roosevelt.

La Corte suprema si afferma negli Stati Uniti d'America con John Marshall in funzione politica: per realizzare una sempre perfetta unione; come terza Camera economica a tutela della proprietà e delle corporations: fine ottocento. Quando mostra velleità di vera indipendenza e di neutralità viene piegata: dal presidente Jackson8. I giudici si amalgamano per non diventare irrilevanti. Gli avvocati delle corporations garantiscono il massimo di potere ai giudici: realismo giuridico. I giudici possono, devono manipolare le leggi a favore delle classi dominanti9.

Nel corso della storia, la Corte suprema ha pronunciato sentenze infami. Quella del 1857, ad esempio, la "Dred Scott contro Sandford" ("i neri non hanno diritti che i bianchi siano tenuti a rispettare"). Quella del 1896: la "Plessy contro Fergusson" che ha fissato la segregazione razziale ("separati ma eguali"). La Corte ha sottoposto al suo controllo conservatore il principio di sovranità popolare, i poteri del Congresso in materia economico-sociale. Ha preteso imporre l'ortodossia economica liberista predicata nella seconda metà del XIX secolo da Herbert Spencer. I giudici come momento di controllo della democrazia: questo, in definitiva, il ruolo della Corte suprema perfettamente individuato da Alexis de Toqueville10.

Il ruolo politico della Corte va giudicato tenendo conto dei poteri che ha sottratto al Congresso e che ha concesso al presidente guerriero. Come già notato, John Roberts è stato designato da Bush ed è stato accettato dal Senato (con scarsa resistenza da parte dei democratici) sol perchè è favorevole all'esercizio imperiale della presidenza.

La Corte suprema ha posto limiti alla presidenza imperiale Bush

Nel giugno 2OO4, dichiarando che "uno stato di guerra non è uno chek in bianco" per il presidente degli Stati Uniti, comandante in capo delle forze armate, la Corte suprema ha anche affermato che i pretesi "nemici combattenti", così arbitrariamente qualificati da George W. Bush, hanno tutto il diritto, tenuta presente la Costituzione degli Stati Uniti, di mettere in questione la pretesa legittima detenzione, come asserita dal presidente degli Stati Uniti, davanti ad un giudice imparziale; davanti ad un giudice terzo11. Benchè divisi nelle motivazioni i giudici della Corte suprema hanno unanimemente respinto la pretesa dell'Amministrazione Bush di poter detenere a suo piacimento, al di là di limiti di tempo, e senza controllo del potere giudiziario, delle persone, cittadini degli Stati Uniti o stranieri. Siamo in presenza di un ennesimo contrasto fra i poteri di guerra del presidente e la Corte suprema. Otto giudici - tutti tranne il giudice Clarence Thomas - hanno affermato che i due anni di detenzione del cittadino americano Yaser Esam Hamdi (arrestato in Afganistan) al di fuori di ogni controllo giudiziario erano illegali e cioè in contrasto con i principi costituzionali e con le leggi ordinarie in materia di libertà personale. Siamo in presenza di una violazione dell'habeas corpus da parte delle presidenze imperiali in forma classica. Il giudice Sandra Day O'Connor, che ha scritto l'opinione di maggioranza, ha affermato che un cittadino, anche se dal presidente degli Stati Uniti qualificato nemico combattente, pur tuttavia ha il diritto di contestare i fatti in base ai quali l'Amministrazione pretende che egli sia un nemico combattente; e ha diritto di contrastarli davanti ad un giudice imparziale ("a neutral decision-maker"). "Noi ... respingiamo l'asserzione del governo secondo la quale, in circostanze del genere, la separazione dei poteri imporrebbe una pesante restrizione dei poteri dei giudici". La pretesa serve solo ad accrescere i poteri dell'esecutivo a spese del potere giudiziario.

In diverso processo, riguardante centinaia di non cittadini detenuti a Guantanamo, a maggioranza 6 a 3, la Corte suprema ha deciso che i giudici federali americani possono conoscere (hanno giurisdizione su) le istanze di habeas corpus presentate dai detenuti. Secondo l'Amministrazione, i precedenti relativi alla seconda guerra mondiale inibirebbero ai giudici federali ogni tipo di conoscenza, dato che Guantanamo non sarebbe territorio degli Stati Uniti, godrebbe di uno statuto speciale (risalente ai primi anni del secolo scorso). Il giudice John Paul Stevens, che ha espresso l'opinione di maggioranza, ha dimostrato agevolmente che i richiami dell'Amministrazione ai precedenti sono pretestuosi. Sul territorio di Gauntanamo gli Stati Uniti hanno "giurisdizione esclusiva". L'iperconservatore giudice Antonin Scalia (di origine italiana) ha dissentito e ha invocato il "self-restraint" della Corte suprema che significa lasciare mano libera alla presidenza imperiale. Quando la Corte suprema ha pronunciato le sue sentenze, critiche erano già intervenute per le arbitrarie detenzioni di Guantanamo ed era già scoppiato il caso delle torture di Abu Ghraub.

La Corte papale repubblicana

La Corte suprema è dominata dai repubblicani. Da giudici nominati da Ronald Reagan, George Bush (padre), George W. Bush (figlio). Due giudici sono stati nominati da Bill Clinton. Vi è una differenza fra i giudici nominati da Clinton e quelli nominati dai repubblicani: i repubblicani, specie Reagan, hanno nominato i giudici avendo cura che fossero conservatori, mentre Clinton ha nominato giudici sufficientemente conservatori per rendere agevole l'approvazione del Senato. La conclusione è che la Corte suprema, oggi, è fondamentalmente conservatrice.

L'attuale composizione della Corte suprema:

John Roberts, l'attuale presidente. E' stato recentemente nominato da Bush.

Antonin Scalia, figlio di un immigrato italiano, è stato nominato da Reagan nel 1986.

Clarence Thomas, nominato da George Bush nel 1991.

Samuel Alito, nominato da poco da George W. Bush. E' succeduto a Sandra Day O'Connor, che era stata nominata da Reagan nel 1981, prima donna ad entrare nella Corte suprema, ago della bilancia della Corte. La nomina di Alito al posto della O'Connor sposta ulteriormente a destra l'asse della Corte suprema.

Anthony Kennedy, nominato da Reagan nel 1988.

John Paul Stevens, nominato da George Bush nel 1990.

Ruth Bader Ginsburg, nominata da Clinton nel 1993.

Stephen Breyer, nominato da Clinton nel 1994.

Dopo la nomina di Samuel Alito, per la prima volta nella sua storia la Corte ha una maggioranza di giudici cattolici12. Storicamente i presidenti Usa hanno seguito la regola non scritta di non avere più di un "papista" nella Corte suprema. La questione dell'aborto diviene, quindi, cruciale. Nelle audizioni davanti al Senato, Alito non si è voluto sbilanciare. Ha lasciato il suo orientamento sulla questione aborto indefinito, anche se i suoi orientamenti sono ben noti13. Alito si è autoqualificato conservatore. Ha criticato la Corte Warren che è stata la Corte più progressista degli Stati Uniti. Come si orienterà da giudice della Corte suprema? La celeberrima sentenza "Roe contro Wade" del 1973, che in certi limiti, autorizza l'aborto sarà riformata con il voto decisivo di Alito?

Vincenzo Accattatis

Note

1) Cfr. A. Lewis, "License to Torture", "The New York Times" 15.10.2005.

2) Cito da Howard Zinn, "It's Not up to the Court", "The Progressive", novembre 2005.

3) Cfr. David E. Rosembau, "If Approved, a First-Time Judge, Yes, but Hardly the First in Court's History", "The New York Times" 4.10.2005; "The great Miers mystery", "The Economist" 8.10.2005.

4) Per ulteriori dati relativi al giudice Roberts cfr. Daniel Lazare, "Aux Etats-Unis, une Cour trop suprême", "Le Monde Diplomatique", novembre 2005.

5) Sulle questioni politiche la Corte Suprema si è espressa in varie sentenze: cfr. "Luther contro Borden" del 1849, "Baker contro Carr" del 1962, "Power contro MacComack" del 1969, "Cilligan contro Morgan" del 1972.

6) "Hung jury" è la giuria divisa in modo tanto irriconciliabile da risultare incapace di emettere il verdetto.

7) Per un'ampia analisi cfr. Melvin I. Urofsky, "A March of Liberty", Alfred A. Knopf, New York, 1988, p. 101 s.

8) Cfr. cfr Melvin I. Urofsky, op. cit.

9) Cfr. cfr Melvin I. Urofsky, op. cit.

10) Cfr. Alexis de Tocqueville, "De la Démocratie en Amérique", vol. I, Garnier-Flammarion, Paris, 1981.

11) Cfr. "Reaffirming the Rule of Law", "The New York Times", 29 giugno 2004; sullo stesso numero del "New York Times", A. Lewis, "The Court v. Bush"; T. S. Purdum, "In Classic Check and Balance, Court Shows Bush It Also Has Wartime Powers"; L. Greenhouse, "Justices Affirm Legal Rights od Enemy Combatants".

12) Cfr. "The papal court", "The Economist" 28.1.2006.

13) Per un puntuale esame cfr. "Ignore the Man Behind That Memo", editoriale di "The New York Times" del 16.11.2005.