Liberazione

L'Europa o è dei diritti per tutti, o non è

Vincenzo Accattatis  

19 dicembre 2003

Scrive Franco Russo «è fallito il metodo intergovernativo per costruire l'Europa» (Liberazione del 16 dicembre). Direi, all'opposto: essendo crollata la prospettiva di una costituzione europea fondata economicamente sul libero mercato e politicamente sul nulla (è questo il punto) occorre ripartire dal metodo intergovernativo (dalla trattativa fra gli Stati), non ne esistono altri, per edificare un altro tipo di costituzione, democratica e sociale. Democratica e costruita per via democratica. E' mia precisa convinzione che non si può edificare una costituzione europea sulla base del trattato di Maastricht e del patto di stabilità. Il patto di stabilità sta crollando ed è bene che crolli. Francia e Germania hanno ragione. Occorre tenere a base, come valore di fondo, il benessere delle popolazioni non i mitici, arbitrari parametri di Maastricht e del patto di stabilità.

L'Unione europea è senz'anima, come tutti vanno ripetendo, perché il libero mercato non può essere l'anima dell'Europa in costruzione. L'anima dell'Europa in costruzione devono essere il ripudio di ogni forma di imperialismo, il primato del diritto sulla forza, la volontà di essere autonoma rispetto all'impero guerriero americano, i diritti sociali, il perseguimento reale ed effettivo della democrazia, ma la bozza di costituzione elaborata dai "saggi europei" in stanze chiuse per nulla esprimeva questi valori.

L'Unione europea in costruzione deve essere democratica e deve essere costruita per via democratica, il che vuol dire che deve nascere dopo ampia discussione, dal voto consapevole di tutti i cittadini europei. Le istituzioni europee, la Commissione in primo luogo, devono essere impegnate per favorire la previa discussione. Il deficit democratico dell'Unione europea è vistoso e i "saggi" in conclave non si sono preoccupati di riempirlo. Il deficit sociale europeo, vistosissimo, non è stato affrontato. Il modello europeo può validamente contrapporsi a quello liberista americano esprimendo con chiarezza la sua tradizione sociale che parte dalla rivoluzione francese. La cultura anglosassone ha sempre rifiutato la cultura della rivoluzione francese, la cultura della "vecchia Europa".

I leaders dei 25 correnti e futuri membri dell'Unione europea non hanno raggiunto l'accordo circa il testo della costituzione europea in elaborazione, scrive John Tagliabue sul New York Times 13 dicembre ("European Union Cant Reach Deal on Constitution"). Si sono arenati su di un problema ben familiare agli americani: il problema della proporzione di potere da attribuire ai singoli Stati dell'Unione con diversa consistenza della loro popolazione. La Spagna pretendeva essere sovrarappresentata rispetto, ad esempio, alla Germania. Il cancelliere tedesco Gerhard Schröder, ha parlato di fallimento del summit: «Noi non abbiamo trovato il consenso perchè ogni Stato ha cura del proprio interesse«. Quindi dall'Unione europea in distruzione (distruzione voluta dagli Stati Uniti) emergono i singoli Stati con i loro egoismi. Ufficialmente i leaders europei hanno dichiarato che si riincontreranno l'anno prossimo, ma si tratta solo di parole senza senso o con poco senso. La guerra all'Iraq ha giocato un ruolo decisivo nel fallimento del vertice di Bruxelles: ha contribuito a mettere la "vecchia Europa", contro la "nuova Europa". Il presidente francese Jacques Chirac ha detto che il fallimento "lo galvanizza". Occorre creare un nuovo motore, un nuovo gruppo di "pionieri", ma, per verità, il motore già c'è, sono Francia e Germania; ma Francia e Germania guideranno il treno per andare dove? Proprio questa è la questione di fondo.