"Il Ponte", Giugno 2007

IMPERIALISMO, STATO DI ECCEZIONE E ISLAMOFASCISMO

Vincenzo Accattatis

Dove vanno oggi gli Stati Uniti d'America? Verso un imperialismo sempre più chiuso a meno che la parte democratica della società americana non riesca a reagire, a rinnovare il sistema politico. Il congresso vive oggi in grande confusione. È incapace di tenere a freno la presidenza imperiale, anzi la fa crescere. I padri fondatori americani, ci ricorda l'Economist ("A weakened branch?", "The Economist" 15.7.2006), volevano un congresso in grado di controllare politicamente l'esecutivo, mentre oggi è dominato dall'esecutivo. Solo i giudici, in qualche modo, resistono. "Come mai il Congresso è caduto così in basso"? Si sono chiesti Tom Mann e Norman Ornstein ("The Broken Branch: How Congress Is Failing America and How to Get It Back on Track"). Anche il New York Times ha deplorato la perdita di potere del congresso. Oggi solo i giudici resistono, ma sono "assediati" (editoriale del 29.7.2006 - "The Court Under Siege"). Il senato sembra svegliarsi: mi riferisco alla recente conclusione delle indagini su Iraq è terrorismo (con l'attacco alle torri gemelle l'Iraq non c'entrava per nulla, l'attacco di Bush all'Iraq è privo di giustificazione).

Invocato da George W. Bush, lo Stato di eccezione permanente significa più potere all'esecutivo, svuotamento della divisione dei poteri (Philip S. Golub, ""Etat d'urgence permanent", "Le Monde Diplomatique", settembre 2006). Invocando lo stato di eccezione Bush ha violato il diritto internazionale (occupazione dell'Iraq, istituzione della prigione di Guantanamo), ha ordinato intercettazioni telefoniche dei cittadini senza l'autorizzazione dei giudici, ha chiesto e chiede la ridefinizione della tortura e cioè la legittimazione della tortura in forme più ampie, ha creato un sistema giudiziario parallelo dichiarato recentemente fuori legge dalla Corte suprema (decisione del giugno 2006). In agosto il giudice federale di Detroit Anna Diggs Taylor ha stabilito che le intercettazioni segrete ordinate dalla Casa Bianca sono illegali. Recentemenre Bush si è acconciato. Ha ammesso parte delle gravi violazioni(Sheryl Gay Stoilberg, "President Moves 14 Held in Secret to Guantánamo", "The New York Times" 7.9.2006). La parte democratica dell'America, l'Europa, l'opinione pubblica mondiale, riescono quindi ad avere un peso. Il presidente americano deve essere "costretto" al rispetto della rule of law.

Nel corso dell'estate, con il suo richiamo all'islamofascismo Bush ha riaperto il dibattito sul fascismo e questo è un bene. Che cosa fu il fascismo? Fu capitalismo degenerato, certamente; liberalismo imperialista degenerato; la più seria sfida all'ordine liberaldemocratico, come ci ha ricordato M. Mazower ("Dark Continent", Penguin Books, London 1998, p. XIII). Il nazifascismo è uno specifico prodotto europeo (sempre Mazower). L'Islam è fuori questione.

Fra i progetti imperiali-razziali di Hitler e di Mussolini, scrive Mazower, vi erano quattro differenze fondamentali: 1) a differenza degli italiani, i tedeschi hanno applicato il razzismo con consequenzialità e serietà tedesca; 2) l'imperialismo italiano era vecchia maniera mentre quello tedesco era di tipo nuovo, di tipo razziale; 3) l'imperialismo italiano pretendeva portare in Africa la civiltà europea, mentre quello tedesco pretendeva assimilare alla logica razziale nazista l'Europa intera; 4) l'imperialismo italiano voleva schiavizzare gli africani, mentre quello tedesco intendeva schiavizzare tutti gli europei; ma le ombre del passato incombono ancora sull'Europa. Nel corso dell'estate si è parlato molto di Günter Grass. Ha confessato di essere stato arruolato nelle SS. "Un altro eroe perduto" ("The Economist" 19.8.2006). In Italia i commenti sono stati abbastanza benevoli e inadeguati. Io sarei più severo di tutti. Il silenzio su Grass rientra nella grande operazione di riciclare, nel secondo dopoguerra, fascisti e nazisti. Il suo silenzio è parte dell'operazione di riciclaggio e non gli può essere perdonata. Le dichiarazioni rilasciate da Grass il 12 agosto alla "Frankfurter Allgemeine Zeitung" meriterebbero ampio commento, ma non è questa la sede.

Hitler ritorna sempre a galla, ma anche Lenin non viene risparmiato. Ha incominciato il ministro della difesa Donald H. Rumsfeld. In un discorso ai veterani, ha accusato i critici della guerra all'Iraq di essere dei pacificatori ("appeasers"), discendenti ideologici del codardo primo ministro inglese Neville Chamberlain, che ha cercato di pacificare Hitler nel 1938.

Bush ha parlato di islamofascisti e poi dell'errore di coloro che lo criticano dimenticando Lenin e Hitler che hanno costretto gli Stati Uniti ad entrare "in un secolo di guerre calde e fredde". Il congresso gli deve dare i mezzi per combattere efficacemente i Lenin e gli Hitler di oggi, i terroristi; questa è la sostanza del discorso (David E. Sanger, "A Challenge From Bush to Congress", "The New York Times" 7.9.2006). Analizzando lo "stato d'urgenza permanente" Golub ha richiamato il giurista filonazista tedesco Carl Schmitt. Su Carl Schmitt Bush è invitato a riflettere.