Liberazione

MARIO MONTI E LA DEMOCRAZIA

Vincenzo Accattatis

27 novembre 2011

Con Silvio Berlusconi siamo tornati all'epoca dell'Impero romano, quando i cavalli venivano fatti senatori: Scilipoti in Parlamento, Parlamento-Scilipoti, convegno organizzato da Scilipoti agopunturista con presenza "abbracciata" del capo del governo in persona del piduista Berlusconi. Mai così in basso. Nella fogna. Proprio nella fogna. Il contrasto fra Mario Monti e Silvio Berlusconi è macroscopico. Il barzellettiere al bunga bunga ignorante, gaffeur, e il professore austero, calmo, che pesa le parole; l'economista preparato, stimato; commissario europeo del mercato interno (nominato da Berlusconi nel 1994 - cinque anni dopo confermato da Massimo D'Alema) - poi della concorrenza. Professorale, rigido, figlio di banchiere, studente nella scuola dei gesuiti, presidente dell'università Bocconi, diplomato a Yale (allievo di James Tobin), «il più tedesco degli economisti italiani». «Tutto intero nelle sue funzioni» (A. Leparmentier, Ph. Ridet e M. Roche, "Ave Mario", Le Monde, 15.11.2011).

Tutte le credenziali, tutti i titoli in ordine. Università Bocconi, Goldman Sachs, Commissione trilaterale, Bilderberg Group. Qualificato come «l'uomo più potente d'Europa».

L'Italia ha oggi due uomini "forti": Giorgio Napolitano e Mario Monti. La dialettica democratica ne risulta appannata? E ne risulta ridefinita la funzione del capo dello Stato in periodo d'emergenza? Discussione su il manifesto sul «baciare il rospo». Stato di emergenza: Carl Smith. Ovviamente Monti non ha nulla a che vedere con il nazismo (con il quale molto ha a che vedere Carl Smith), ma ha qualcosa a che vedere con il bonapartismo e con il dispotismo illuminato (A. Burgio, "Arriva Monti - E la democrazia?", il manifesto, 15.11.2011)? In questione, precisamente, la democrazia, il principio di sovranità popolare, del potere rappresentativo "della sovranità popolare" (F. Fressoz, "Que faire du peuple?", Le Monde, 5.11.2011 ). I greci non possono decidere di fare un referendum sull'euro. Grave vulnus al principio democratico. Il popolo greco è ancora sovrano? E quello italiano? Un paese che ha perduto la propria moneta ha perduto la propria sovranità o la ha gravemente compromessa (P. Krugman, "Legends of the Fail", The New York Times, 21.11.2011).

Aberrazione, per uno Stato sovrano, non poter consultare il popolo in materia decisiva per il popolo. Vendere il Partenone per pagare il debito? Vendere le isole? Il paradosso dell'Unione europea: ha fatto emergere "una moneta federale", peraltro a 17 e non a 27, senza creare i presupposti perché sorgesse. Ha messo il carro davanti ai buoi.

L'austero Monti, «capace di resistere alle pressioni», «con approccio tedesco», con approccio giuridico, al fine di realizzare in Europa il libero mercato non distorto. L'Europa sociale gli è indifferente o, se si vuole, egli vuole realizzarla ma a chiacchiere, come i democristiani e i liberali tedeschi. Vuole realizzare un'Europa sociale nei limiti delle compatibilità capitalistiche. La quadratura del cerchio.

Le sue idee? Sempre più concorrenza. Berlusconi "unfit" (The Economist), Monti "fit", ma staremo a vedere. Dominerà gli eventi nella ingovernabile Italia oppure ne sarà dominato (E. Povoledo, "Monti Wins Broad Support in Parliament", The New York Times, 18.11.2011)? Berlusconi lo aspetta al varco. E' ancora forte in Italia. Gode di consenso. Può staccare la spina.

Monti, la Goldman Sachs e la Trilaterale

Monti diviene consulente della Goldman Sachs nel dicembre del 2005. Perché mai "questo tecnocrate" è andato a cacciarsi nell'«inesorabile universo dei banchieri» (A. Leparmentier, Ph. Ridet e M. Roche, articolo citato)? Per sete di guadagno? Per ammirazione dei potenti Stati Uniti? Per gusto di misurarsi, di entrare nel potere finanziario vero, che conta, che domina il mondo? «Tutto questo insieme, senza dubbio».

Il suo nuovo status gli ha permesso di succedere a Peter Sutherland alla presidenza europea della Commissione trilaterale, «prestigioso cenacolo economico e diplomatico dell'élite internazionale», nel maggio del 2010, di cui da poco Monti si è dimesso.

La Trilaterale è stata «fondata per facilitare il dialogo politico-economico mondiale, per influenzare le politiche nazionali», da parte degli Stati Uniti (l'attore principale ), dell'Europa occidentale, del Giappone. La definizione è contenuta nel testo 1977 in brochure della Trilaterale ("Presentazione della Trilaterale per la Trilaterale"). In passato, la Trilaterale ha parlato di «eccesso di democrazia». Noam Chomsky non si è detto d'accordo. Neanche io lo sono.