Liberazione

Ma nell'Europa che vogliamo i pubblici ministeri devono essere indipendenti o no?

Vincenzo Accattatis

27 luglio 2005

Su Liberazione del 22 luglio, tenute presenti due interviste di Giuliano Pisapia al Riformista e al Corriere della Sera, Livio Pepino sollecita un ampio dibattito sulla giustizia nella sinistra ("Controriforma della giustizia, ma Rifondazione da che parte sta? "). Io ritengo che sia il momento di farlo.

Pisapia ha replicato a Pepino, ma in modo molto sintetico. Spero non ci farà mancare una sua più ampia elaborazione. I temi sono molti. Rimarco alcune proposizioni dell'articolo di Pepino: 1) la pretesa riforma Berlusconi in realtà è una controriforma molto grave che fa fare alla giustizia italiana un salto indietro di almeno cinquanta anni; 2) il governo di centro-destra vuole la subordinazione della magistratura al potere politico; 3) il Consiglio superiore della magistratura ha tutto il diritto di esprimersi; 4) lo sciopero dei magistrati era iperlegittimo; 5) la presa di posizione di Pera contro il Consiglio superiore della magistratura - in realtà contro il Capo dello Stato - è cosa gravissima; 6) una legge contro Giancarlo Caselli (di questo precisamente si tratta) è un fatto molto grave.

Tratto qui di seguito sinteticamente di un solo aspetto, dell'azione del governo contro Caselli, e, inoltre, di una recente lettera di Francesco Cossiga.

Riassumo. In odio a Caselli, con decreto legge poi convertito in legge, il governo ha prorogato nell'incarico di procuratore nazionale antimafia Pier Luigi Vigna. La proroga con decreto legge è avvenuta "quasi di nascosto", hanno scritto centinaia di magistrati scandalizzati in una lettera aperta. E' stata inserita in un decreto legge dedicato ai bilanci degli enti locali, alla liberalizzazione dell'accesso al mercato dell'autotrasporto di merci per conto terzi, ai contributi allo spettacolo dal vivo.

Il decreto legge, poi convertito in legge, era in manifesto contrasto con la Costituzione: 1) l'ipotesi dell'urgenza manifestamente non esisteva; 2) la Costituzione affida le assegnazioni dei magistrati esclusivamente al Consiglio superiore della magistratura. È la prima volta, nella storia della Repubblica, scrivono i magistrati nella lettera aperta, che un magistrato viene mantenuto nell'incarico con provvedimento del potere esecutivo. L'indipendenza della magistratura è manifestamente violata. Tutto questo va denunciato e va denunciato vigorosamente.

Il punto focale della questione: il governo si è mobilitato per sbarrare la strada a Caselli, a un magistrato scomodo. A partire dagli anni cinquanta, i governi centristi italiani hanno preferito magistrati di un certo orientamento politico-culturale. La discriminazione contro i magistrati di Magistratura Democratica ancor oggi continua e, ovviamente, la sinistra non la può accettare.

La lettera dell'ex Capo dello Stato. Cossiga ha scritto al direttore di Repubblica in critica a Curzio Maltese (La Repubblica del 22 luglio). Secondo lui, la riforma dell'ordinamento giudiziario approvata dal parlamento (dalla maggioranza di centro-destra) deve essere criticata perché troppo blanda: occorreva la secca separazione delle carriere. In Francia, egli afferma, i pubblici ministeri «sono sottoposti allo stato giuridico degli impiegati comuni dello Stato», sono «sottoposti al ministro della giustizia» e perché no in Italia?

Riprendo un tema trattato da Pepino: il governo di centro-destra vuole la subordinazione della magistratura al potere politico. All'ex picconatore Cossiga la subordinazione piace. Per Cossiga il Consiglio superiore della magistratura deve tacere, non deve "interferire": la sua politica, quando era Capo dello Stato. La legge anti-Caselli a Cossiga sta bene.

Nella sua lettera, Cossiga porta il discorso dell'indipendenza dei pubblici ministeri a livello generale, a livello occidentale: Francia, Stati Uniti d'America, Gran Bretagna. A tale livello deve essere in effetti mantenuto e presente deve essere la ragione per la quale i pubblici ministeri, da un certo momento in poi, in Italia sono divenuti indipendenti (precisamente negli anni quaranta del secolo scorso). Il collegamento fra Francia, Italia, Gran Bretagna è utile anche ad altri fini. In effetti noi vogliamo costruire una nuova Europa, ma quale nuova Europa noi vogliamo costruire? Nella nuova Europa in costruzione i pubblici ministeri devono essere dipendenti oppure indipendenti?